lunedì 16 maggio 2011

SINOSSI: LA CORAZZA DI CRISTALLO



LA CORAZZA DI CRISTALLO

La verità sull’oro della Banca d’Italia trafugato dai tedeschi, la fuga di Kappler, il servizio segreto italiano “L’Anello”.

Sono gli anni tra il 1975 e il 1977.
Celeste e Julian sono due giovani e promettenti archeologi che svolgono ricerche per il Centro Studi per le civiltà Fenicia e Punica del CNR, Università “La Sapienza” di Roma. Sono uniti da amicizia sincera, condita con un po’ di sesso, in un rapporto che vogliono vivere senza vincoli di responsabilità.
 In una missione in Libano, si trovano coinvolti nella guerra civile, riescono a passare il confine con la Siria lungo il percorso dei contrabbandieri. Ad Aleppo si uniscono all’equipe di Paolo Matthiae, che li aveva chiamati annunciando loro la scoperta degli archivi reali di Ebla.
Tornati in Italia, in una campagna di scavo a Tuscania, trovano sotterrato, dentro un’antica cisterna, il cadavere di un soldato delle SS, assassinato con un colpo di pistola alla tempia. Ancor più sconvolgente per loro è la lettura del diario che quel soldato aveva redatto.
Dal diario scoprono che l’autore, un certo Gerard, nell’aprile del 1944, insieme a un ufficiale delle SS e ad altri 18 soldati, nascosero un carico di lingotti d’oro trafugati dalla Banca d’Italia, nelle gallerie del quartier generale di Kesserling, che era stato ricavato in un dedalo di gallerie nel Monte Soratte, vicino a Roma. Terminate le operazioni di occultamento delle casse i militari tedeschi furono eliminati da Gerard e dall’ufficiale tedesco per non lasciare testimoni. Con l’ulteriore eliminazione di Gerard, l’ufficiale era certo che non ve ne fossero più; invece Gerard, nel suo diario, aveva illustrato l’operazione con precisione, riportando anche la lista dei militari uccisi e una misteriosa frase di cui nemmeno lui conosceva il senso.
I due archeologi si recano a Sant’Oreste, paese sul Monte Soratte, dove si trovava il Quartier generale di Kesserling. In paese tutti conoscono la storia dell’oro e in molti avevano anche provato inutilmente a fare dei sondaggi, incluso lo Stato Italiano, sperando nel ricordo di un certo Willy Vogt, che era scampato al massacro. Willy però era stato arso vivo poco prima dell’arrivo in Italia.
Celeste e Julian, certi di fare una cosa buona rintracciano la vedova di Gerard e consegnano all’Ambasciatore la lista dei soldati trucidati. La guerra aveva sottratto alla vedova sia il marito sia i figli. Quella triste vicenda induce Celeste e Julian a raggiungere Amburgo per consegnarle il diario. Ad Amburgo scoprono l’atroce fine fatta da Willy.
Julian si rende conto d’aver commesso un’ingenuità a consegnare quella lista all’Ambasciata; adesso in pericolo ci sono anche loro due. Infatti molti esponenti di spicco del regime nazista avevano messo sopra la camicia verde quella bianca dei fedeli servitori del nuovo Stato e così il BND, il servizio segreto tedesco, era stato creato e gestito da un ex gerarca nazista, destino comune anche a molti altri gangli fondamentali dello Stato, ministri compresi.
Il fatto che due archeologi italiani abbiano scoperto il deposito, decifrando la frase enigma, non costituisce più un problema, ormai nella nuova Germania non c’era più la velleità di rivincita di un grande esercito di sole SS che era alla base dell’accantonamento di quelle risorse auree, come del resto era successo con i depositi di armi della Gladio rossa Il vero problema era il non far scoprire quel terribile fratricidio che li avrebbe spazzati via dai loro posti di potere.
Kesserling, Dollmann, Wolf e Hass, infatti, avevano mantenuto il loro potere in patria senza essere stati toccati affatto da condanne e avevano un debito d’onore nei riguardi di Kappler con cui avevano diviso il comando della piazza di Roma, il quale, invece aveva patito una prigionia in Italia di trent’anni. Ormai considerano perso l’oro del Soratte, e ciò suggerisce l’idea di sfruttare quell’oro come viatico per indurre il Governo Italiano a concedere a Kappler, ormai alla fine dei suoi giorni per un tumore, la possibilità di tornare in patria. Il Governo presieduto da Andreotti è troppo debole per una scelta così impopolare, ma ha bisogno dell’oro e dell’avallo tedesco per un prestito a sostegno della Lira, così suggerisce la soluzione: far evadere Kappler.
Karl Hass è l’ufficiale che ha compiuto la strage con Gerard al Soratte e ora è un pezzo grosso dell’intelligence internazionale e della nascente CIA. Collegato a filo doppio con il Mossad israeliano e con un’agenzia segreta italiana chiamata L’Anello, creata e gestita da vecchi gerarchi fascisti e non solo, decide di coinvolgere i due archeologi italiani nelle strategie che dovranno portare alla liberazione di Kappler.
Prima duro e poi affabulante, attraverso la figura di un misterioso personaggio che chiama “Il Colonnello”, approfittando di una nuova missione archeologica in Libano, riesce a convincerli e a coinvolgerli in un’operazione che il Mossad sta facendo in quel paese per uccidere Ali Hassan Salameh, considerato da Israele l'organizzatore della strage di Monaco.
Anche se il loro ruolo è marginale, è svolto con precisione, riservatezza ma anche coinvolgimento emotivo, specialmente per Julian, che è affascinato da Erika, una donna che risulterà poi essere il famoso “agente Penelope” del Mossad.
Al loro rientro in Italia giunge per loro il momento di mostrare al Presidente del Consiglio dove è nascosto l’oro e la prova che mostrano al presidente Andreotti è inconfutabile.
La certezza dell’esistenza dell’oro e della sua localizzazione rende adesso possibile l’operazione Kappler. I giorni scelti saranno il 14 e il 15 di agosto. L’Arma dei Carabinieri viene presa in giro in modo grossolano con uno scambio di persona compiuto quasi sotto agli occhi dei carabinieri che controllano Kappler, il quale viene portato in Germania in aerotaxi come un ammalato normale, accompagnato da due sanitari che sono Julian e Celeste. La moglie di Kappler, Karl Hass, che lo ha impersonato e che si è calato dalla finestra dell’ospedale del Celio, rientrano in Germania come semplici turisti.
Il clamore della fuga di Kappler sveglia tutta l’Italia e tutta la Germania, il Ministro si dimette e i carabinieri sono arrestati.
Julian e Celeste guardano i telegiornali, che raccontano favole incredibili sulle modalità della fuga, a loro non rimane che partire per Atene, dove diverranno esponenti di spicco dell’archeologia mondiale.



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